LA TOSSIEMIA

 

Il nostro organismo è dotato di complessi meccanismi di difesa e depurazione: i primi neutralizzano gli agenti patogeni, i secondi attivano gli organi e gli apparati escretori facilitando così l’eliminazione delle tossine.

Le tossine si formano quotidianamente in seguito alle normali attività fisiologiche, come il metabolismo o la respirazione, e la loro espulsione è dunque un processo naturale legato alla sopravvivenza.

Ogni alimento darà origine ad un residuo che dovrà essere eliminato. Ad esempio, l’ossigeno si trasformerà in biossido di carbonio espulso principalmente dai polmoni, l’acqua verrà eliminata sotto forma di urina assieme alle tossine in essa sciolte, mentre gli scarti solidi della digestione, assieme alle tossine della putrefazione e fermentazione, verranno eliminati dall’intestino.

Quando gli organi di eliminazione non assolvono bene il loro compito perché saturi di vecchi scarti o perché vi giungono più sostanze da eliminare rispetto alla loro capacità di espulsione, viene a crearsi la cosiddetta tossiemia. 

Le tossine provenienti dall’esterno dell’organismo, quindi contenuti negli alimenti, nell’aria o nell’acqua, caratterizzano la tossiemia esogena.

La tossiemia endogena si ha invece quando le tossine sono prodotte direttamente dalle cellule a causa del loro metabolismo. Queste tossine vengono naturalmente eliminate dagli organi emuntori(ne parleremo in un successivo articolo).

I residui chimici presenti negli alimenti industriali, oltre ad ostacolare l’attività di depurazione degli organi emuntori, alterano il metabolismo cellulare è sono, secondo le ultime ricerche, una delle maggiori cause di disturbi alimentari che con il tempo daranno origini a vere malattie anche degenerative.

L’alimentazione può rappresentare un serio pericolo per la salute, quindi una scelta di cibi sani e naturali, cioè non sottoposti a dannose lavorazioni industriali, può essere utile per attuare la prevenzione primaria(vedi articolo specifico e il decalogo alimentare) Anche l’uso di sostanze non alimentari come alcool, fumo, e droghe, contribuisce a creare tossine, oltre a danni al sistema neurovegetativo. La Medicina ayurvedica indica la trasgressione volontaria una delle cause del processo che porta alla malattia e la definisce Prajnaparadha, ovvero “fallimento dell’intelligenza”[1] : infatti è un vero fallimento dell’intelligenza ricorrere alla sigaretta, all’alcool o alle droghe conoscendone le spiacevoli conseguenze.


[1] “Il secondo fattore fondamentale nel processo di malattia è la trasgressione volontaria o l’uso sbagliato della volontà. La definizione ayurvedica è Prajnaparadha, letteralmente ‘fallimento dell’intelligenza’. Essa si riferisce alla debolezza umana per cui ricorriamo a determinate sostanze anche dopo aver sperimentato le loro conseguenze dannose.”, in S. Ranade, Trattato di medicina Ayurvedica, cit.