La RABBIA – cosa fare?

La maggior parte delle persone è generalmente cordiale, rispettosa e gentile, ma a volte basta poco per far emergere gli aspetti della loro personalità ancora non guariti, con manifestazioni di rabbia. Tanti possono essere le motivazioni che portano questo sentimento ad emergere.

Alcuni autori, come Stephen Levine, sostengono che la rabbia è connessa ai nostri desideri. Il sentimento di rabbia è già dentro di noi e deriva da tutta una serie di ostacoli che, in passato, hanno impedito la realizzazione dei nostri desideri. Ogni volta che si presenta un ostacolo importante, la rabbia emerge. Il più delle volte riusciamo a contenerla, ma vi possono essere fatti, ritenuti gravi, che portano alla sua manifestazione improvvisa e, a volte anche, violenta! Si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. Succede allora che, presi dall’ira, ci rivolgiamo verso chi ha causato l’evento, manifestandogli verbalmente e “rabbiosamente”, tutta la nostra rabbia.

L’ostacolo può essere rappresentato da una persona, dalla burocrazia, dalla mancata risposta ad una richiesta, da una scarsa considerazione delle nostre capacità, dalla mancanza di rispetto della persona, dalla violazione della nostra vita privata, ecc.

Quando siamo arrabbiati ci dissociamo da noi stessi e dagli altri, ci isoliamo e veniamo isolati, e ci rendiamo conto che forse abbiamo sbagliato, che potevamo agire diversamente, ecc. In pratica la rabbia ci porta ad una sofferenza, che se non saputa gestire, può aumentare la rabbia.

Per gestire la rabbia si possono adottare vari metodi. Abbiamo tutti sentito dire che per scaricare la rabbia non espressa occorre fare qualcosa con forza e determinazione; come spaccare la legna, dare pugni al cuscino o al materasso, ecc. La stessa cosa si può fare per farla emergere. Ma una volta che l’esercizio si conclude, e la rabbia emerge, non è detto che siamo guariti dalla rabbia. Sicuramente ci sentiremo meglio interiormente, anche se stanchi per la fatica. Ora è il momento di lavorare su di essa per trasformarla. Si tratta di un lavoro impegnativo che possiamo fare da soli, se ne abbiamo capacità e strumenti adeguati, oppure chiedere aiuto ad un valido professionista che possa fare da sponda per aiutarci a contenerla e scioglierla. Viene suggerito da Stephen Levine un sistema che consiste nel permettere, consapevolmente e con amorevolezza, alla rabbia di essere presa in considerazione per darle voce, ascoltarla ed analizzarne la natura. Per guarire la rabbia occorre anche, osservare la persona e la sua rabbia con pietà e compassione; perché chi ha rabbia è nella sofferenza e nel dolore, e solo la pietà compassionevole può scioglierla e guarire la sofferenza.

Come ho detto prima le cause della rabbia sono rappresentati da ostacoli ai nostri desideri. Se riconosciamo le cause esterne a noi, ci sentiamo vittime! E il sentirci vittime può far nascere una sensazione di sconfitta, che ci può portare ad un sentimento di autosvalutazione, perché non siamo o non siamo stati in grado di reagire per portare avanti il nostro desiderio! Quindi questo meccanismo, che si snoda automaticamente, sarà nocivo perché la rabbia è riconosciuta, ma non ancora pienamente accettata. E la rabbia, non accettata o riconosciuta, rischia di implodere al nostro interno, producendo erosioni alle parti fisiche deputate a metabolizzare alimenti ed emozioni; cioè all’apparato gastro-intestinale. Quindi, per non somatizzare la rabbia e/o, per evitare i suoi effetti negativi sul corpo, occorre fare spazio ad essa ed accoglierla con amorevolezza; perché la rabbia è un sentimento umano naturale. L‘ostacolo che l’ha generata ci dà l’opportunità di esaminarla ed accoglierla!

Tra le tante tecniche utilizzate in ambito terapeutico, quelle basate sull’esecuzione di esercizi, anche fisici, abbinate a pratiche di meditazione specifiche sono le più idonee per analizzarne le cause scatenanti e gli aspetti psicologici della personalità sui quali indagare.

Le sedute di counseling e i gruppi seminariali di lavoro interiore hanno anche questo scopo.